“Non tutti i politici foggiani sono mafiosi”. Il commento dopo la decisione dello scioglimento del consiglio comunale di Confesercenti.

“Non tutti i politici foggiani sono mafiosi”. Il commento dopo la decisione dello scioglimento del consiglio comunale di Confesercenti.

“La decisione adottata dal Consiglio dei Ministri di affidare a una Commissione straordinaria la giunta comunale della città di Foggia a causa delle relazioni tra alcuni spregiudicati politici, amministratori e criminalità organizzata ci impone di non cascare nella retorica che classifica l’intera classe dirigente del territorio come mafiosa. Bisogna comunque voltare pagina, rilanciando i contenuti di una battaglia per la giustizia sociale contro ogni forma di violenza, mafiosa e corruttiva che sia, per costruire una nuova etica pubblica che abbia come stella polare i valori e i principi della nostra Costituzione”. Commenta Franco Granata, direttore provinciale di Confesercenti a margine della decisione che ha allungato ancora più la lista dei centri foggiani i cui consigli comunali sono stati sciolti per mafia.

Rinnovamento che parte anche in casa della Confesercenti Foggia: il direttore Granata non si è infatti reso disponibile per il rinnovo dell’incarico. “Occorre fare presto e bene. Le forze dell’ordine e l’apprezzato vento nuovo nella gestione della Giustizia in Capitanata – aggiunge Granata – continueranno a fare la loro parte. Per politici, amministratori pubblici e classe dirigente provinciale, regionale e nazionale diventa fondamentale stabilire regole certe e democratiche tra il mondo della rappresentanza delle imprese, dei professionisti, dei lavoratori e dei movimenti civici e mettere in pratica una transizione equa e inclusiva, in cui si salvaguardino imprese e lavoratori per conciliare e riequilibrare gli aspetti sociali, ambientali e dello sviluppo socioeconomico. Il merito mette in moto l’ascensore sociale, spezza le catene ereditarie, supera le barriere di classe, cambia i destini personali e muove l’orizzonte sociale. La coesione sociale deve guidare la ripresa economica attraverso l’efficienza e gli investimenti produttivi nella sanità e nell’ambiente, nelle reti e nelle infrastrutture. Ovviamente non dovrà essere trascurato il mondo della scuola, dagli asili nido alla formazione e alla riqualificazione professionale, all’università e alla ricerca che è la vera priorità. Qualificati e controllati investimenti sul territorio devono segnare una svolta epocale nella governance economica che deve essere affidata alle forze sane del territorio per riequilibrare il rapporto tra la dimensione umana, sociale e ambientale”.

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