Il congedo di paternità per l’occupazione femminile. Una opportunità da cogliere.

Il congedo di paternità per l’occupazione femminile. Una opportunità da cogliere.

In questi mesi è stato aperto sul web e in alcuni appuntamenti pubblici di Capitana un dibattito sull’importanza del congedo di paternità per favorire l’occupazione femminile, e ridurre così il gap tra uomini e donne. Nei mesi scorsi si era auspicata una Legge che portasse a 90 giorni il congedo di paternità, ma purtroppo i fondi non sono stati stanziati, lasciando l’amaro in bocca a molta parte dell’opinione pubblica che auspicava un provvedimento migliorativa per la vita delle donne italiane. Le analisi delle statistiche dell’occupazione femminile in Puglia presentano numeri preoccupanti e un rilevante divario di genere in ambito lavorativo. Per questo oggi credo sia importante porre l’accento sul tema e chiedere il parere di uomini foggiani in merito al concedo maschile obbligatorio per i papà.

In Italia ad oggi a seguito della nascita di un figlio i papà hanno il diritto a 10 giorni di congedo, ma è necessario estendere il periodo perché come sempre il nostro Paese è fanalino di coda. Il congedo per i papà fu introdotto nel 2012 con la Legge Fornero, che fissava a un giorno la possibilità di astenersi dal lavoro. Negli anni il numero dei giorni è cresciuto, fino ad arrivare a 10 giorni di cui possono godere i papà lavoratori dipendenti, compresi naturalmente quelli con figli adottivi e affidatari. L’Italia deve riallinearsi ad altri Paesi nel processo di equiparazione dei diritti dei lavoratori, basti vedere ciò che accade nel resto d’Europa. In Germania entrambi i genitori quando hanno un figlio possono sospendere il lavoro per un massimo di tre anni, durante i quali ricevono un’indennità parentale dallo Stato, per un massimo di quattordici mesi combinati tra i due. In Svezia è concessa la parità nei congedi ed entrambi i genitori hanno diritto a dividersi 480 giorni, di cui 60 obbligatori per uno dei due e i restanti 420 divisi liberamente nella coppia, remunerati all’80%. In Spagna dal primo gennaio 2021 entrambi i genitori possono godere del congedo parentale fino 112 giorni retribuiti al 100%.
Perché è importante parlare di congedo di paternità? Perché si comincia a comprendere che l’esperienza genitoriale non è deve essere esclusiva della madre, ma deve essere condivisa da entrambi i genitori sia per rafforzare il legame papà/ figlio, sia per dividere equamente le responsabilità e alleggerire così il carico di cura ad appannaggio principalmente delle donne.

Visto che in Italia su questo argomento si sono esposte principalmente le donne, ho voluto chiedere ad alcuni uomini foggiani, membri della community DEA #donnecheammiro, qual è la loro opinione in merito.

Maurizio, papà di due ragazzi adolescenti Antonio e Francesca, mi dice: “Credo sia una questione di giustizia. Il congedo di paternità esteso garantisce una più equa gestione familiare. Io purtroppo non ho potuto godere di questa opportunità, ma spero davvero che una legge più paritaria trovi compimento”.

Gianni papà di una bimba di 4 anni dichiara: “E’ ingiusto che i padri non possano occuparsi dei figli nei primi mesi fondamentali di vita. Quei mesi sono essenziali per costruire un legame affettivo solido. E poi, diciamolo, ancora oggi il carico è tutto sulle spalle delle mamme, ed è nostro compito di uomini sostenere e supportare le mamme”.

Gabriele, padre di due ragazzi ormai grandi, scrive: “Non l’avrei utilizzato per rispettare i nostri equilibri familiari”.

Elia, papà di due bimbi che frequentano la scuola primaria, afferma: “Molto positivo il congedo per i papà, ma credo comunque che il ruolo principale in quei mesi di vita lo giochi la mamma”.

Andrea, papà di una bimba di 6 anni. Dice “Il congedo per i padri non si affianca a quello della madre, lo sostituisce. Credo, che salvo casi particolari, il congedo debba sempre essere preso dalle mamme. Soprattutto nelle prime fasi di vita del nascituro, perché le mamme sono necessarie. Sarebbe bello poter godere insieme alla mamma dei giorni da trascorrere insieme per accogliere al meglio il bambino/a”.

Per concludere, il costo dell’intera operazione è sicuramente elevato, ma credo sia questo il momento di fare scelte coraggiose in linea con gli standard europei. Se passa il treno del PNRR non sarà così facile portare a casa anche questo ambizioso traguardo.

Servizio a cura di Mariangela Cassano – Founder della community DEA #donnecheammiro

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