Come rendere Foggia città all’avanguardia per la mobilità sostenibile. La ricetta di Nunzio Angiola

Come rendere Foggia città all’avanguardia per la mobilità sostenibile. La ricetta di Nunzio Angiola
Anche nell’incontro di ieri sera presso Laltrocin3ma Cicolella di Foggia è stata registrata un’ampia partecipazione di associazioni, professionisti e cittadini che hanno voluto ascoltare le informazioni offerte dai relati aprendo un dibattito costruttivo a conclusione dell’evento. Al centro dell’incontro il concetto di mobilità sostenibile per Foggia a cui hanno preso parte Antonio Dembech (associazione cicloamici di Foggia), Francesco Sollitto (associazione Effetto Foggia), Saverio Verzicco (che ha parlato di opportunità legate ai fondi PNRR), Dario Fredella (associazione ORA!) e Walter Mancini (presidente coordinamento delle associazioni per la rinascita di Foggia). Tanti gli elementi emersi durante l’incontro che hanno fatto da premessa al rivoluzionario progetto del candidato Sindaco Nunzio Angiola nel segno della sostenibilità. “Cercheremo di riparare agli errori fatti in passato, ma dobbiamo voltare pagina e mettere in atto cinque punti di intervento che devono portare a risultati immediati”, ha commentato il professor Nunzio Angiola.
Ed allora andiamo ad esaminare le proposte programmatiche del progetto #foggiapiu in termini di mobilità sostenibile e smart city.
1. Un sistema di Bus a rapido transito (BRT), composto da 4 linee, mezzi elettrici e corsie dedicate. La linea blu (circolare di Foggia), con due capolinea, una in corso del Mezzogiorno e l’altro al nodo intermodale; la linea rossa (semicircolare) su tutta viale Ofanto, con un capolinea all’intersezione Viale Ofanto/C.so del Mezzogiorno e un capolinea tra via Candelaro e via Lucera; la linea verde (centrale), tra la stazione, la villa comunale e C.so Roma con tre capolinea; la linea ocra (viale Europa), con capolinea in Viale Ofanto/v.le Europa e in via Parini. Con questo sistema il professore si propone di ridurre i tempi di percorrenza, ridurre il traffico, ridurre gli incidenti stradali, produrre effetti socioeconomici e culturali positivi;
2. Opere civili/infrastrutturali che tengono insieme il progetto del BRT e precisamente: a) realizzazione di un tunnel/cavalca-ferrovia ciclopedonale e stradale per collegare Piazzale Vittorio Veneto al Villaggio Artigiani; b) aree di sosta centralizzate, in prossimità dei capolinea, con possibilità di park&ride, car sharing, charging station (per bici e monopattini), colonnine di ricarica per auto, parcheggi custoditi per le auto private; c) sfruttando l’andamento pianeggiante della città, si affiancheranno ove possibile i percorsi BRT alle piste ciclabili per evitare incroci tra piste ciclabili e viabilità ordinaria, particolarmente pericolosi per i ciclisti; c) cambio radicale della flotta automezzi, riducendo i mezzi a benzina/gasolio e sostituzione con mezzi elettrici e a gas;
3. Abbassamento del limite di velocità in tutto il centro abitato da 50 a 30 Km/h, con l’obiettivo, da un lato, di tutelare i più deboli e i ciclisti, azzerando le tragedie che si verificano e quelle che quotidianamente si sfiorano, sull’esempio di tante altre città italiane, come Torino, Milano, Bologna, Parma ed Olbia. Al riguardo Angiola cita due dati statistici: in caso di impatto tra un’automobile e un pedone a 50 all’ora la probabilità di sopravvivenza del pedone è del 20-30%, in caso di impatto a 30 all’ora, la probabilità è del 90%; poi aggiunge che passando da 50 a 30 si riduce il livello sonoro in città di 3 decibel che corrisponde in termini di percezione del rumore ad un dimezzamento del traffico; i tempi di percorrenza non dovrebbero cambiare di molto, l’automobilista dovrebbe rinunciare a qualche accelerata tra un semaforo e l’altro;
4. Introduzione di un sistema innovativo di indagine e ripristino delle buche in città. Attraverso una speciale autovettura dotata di sistema GPS e di un accelerometro verrà monitorato il manto stradale di tutto il centro abitato e delle borgate. Tutta l’area verrà suddivisa in 4 fasce di pericolosità, dalla più grave alla meno grave. Dopo aver individuato gli interventi più urgenti, attraverso un drone si procederà alla verifica fotografica, per poi pianificare il ripristino del manto stradale. Le buche saranno ripristinate con un sistema moderno che consiste di una piastra di 2 metri che riscalda l’asfalto fino a 160% e con l’aggiunta di bitume nel giro di mezz’ora il manto stradale viene ripristinato.
5. Revisione Piano della mobilità sostenibile (PUMS) fermo al 2018.

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