La lettera di Giuseppe Mainiero ai foggiani. “Risolleviamo insieme questa città”.

La lettera di Giuseppe Mainiero ai foggiani. “Risolleviamo insieme questa città”.

Nella nostra edizione digitale del quotidiano serale di Foggia Post abbiamo pubblicato un ampio servizio dove si fanno ipotesi sul futuro di Foggia in attesa della decisione di scioglimento o meno del consiglio comunale per mafia. Giuseppe Mainiero che giovedì pomeriggio incontrerà alle 18.30 al Mirage Village la cittadinanza, ha voluto scrivere una lettera indirizzata ai foggiani attraverso Foggia Post. Eccola

Foggia merita di cambiare passo, merita di poter rinascere, di poter tornare a progettare il proprio futuro.

Obiettivi che sarà impossibile raggiungere con una gestione commissariale, che già adesso sta mostrando i propri limiti: assenza di confronto con la Città, incapacità di conoscere e cogliere i reali bisogni della comunità. Ne sono una dimostrazione, solo per fare alcuni esempi, le proteste del sistema degli asili nido, del mondo del Terzo Settore e, a voler essere sinceri, fatte alcune eccezioni la quasi totale continuità di gestione dell’attività di governo del Comune a livello dirigenziale.

In caso di mancate elezioni è questo lo scenario che ci aspetta. E’ opportuno dirlo con chiarezza, con buona pace di chi sta celebrando il lavoro dei Commissari come la panacea di tutti i mali di Foggia.

Personalmente auspico che il presidente della Repubblica provveda a sciogliere il consiglio comunale ormai andato a casa, accertando la sua permeabilità alle pressioni e alle infiltrazioni mafiose. Ma credo, proprio perché si tratta di un consiglio “auto-sciolto”, che debba farlo attraverso un provvedimento che individui responsabilità, incandidabilità e imponga rigide prescrizioni per “bonificare” il tessuto amministrativo, senza impedire ai Foggiani di tornare alle urne ed esprimersi democraticamente. L’accusa, strumentale e bugiarda, che alcuni mi rivolgono, in base alla quale io farei il tifo affinché lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose non avvenga, è falsa e destituita di ogni fondamento.

Io sostengo una cosa diversa: è possibile decretare le infiltrazioni mafiose degli ultimi consigli comunali garantendo comunque ai cittadini il diritto a scegliere i propri rappresentanti. Il “congelamento della democrazia”, con le sorti della Città affidate a funzionari dello Stato che ignorano di cosa abbia bisogno Foggia, è secondo me una cura quasi peggiore della malattia.

Il nostro dovere, e quello degli elettori, è invece di estirpare il cancro della malapolitica, della corruzione, del voto di scambio, del condizionamento sulla libera espressione del voto che finora ha regnato a Foggia, trascinandola nel baratro che tutti abbiamo purtroppo davanti agli occhi. Il dovere della politica è selezionare adeguatamente la classe dirigente, mettere nell’angolo definitivamente un “sistema” di potere e interessi che lo straordinario lavoro della magistratura e dello Stato ha colpito duramente. E tutto questo può essere realizzato solo attraverso l’esercizio della democrazia, solo attraverso il voto e non con un commissariamento lungo e, tendo a pensare, paradossalmente controproducente.

Servono coraggio e pulizia, competenze e forza di volontà per non decretare la “morte civile” di Foggia. Chi sostiene l’esigenza di un commissariamento che potrebbe durare anche due anni o non ha ben chiaro a cosa andremmo incontro, oppure ha semplicemente paura che la Città possa svegliarsi ora che ha davanti a sé un quadro limpido, sperando che come al solito il tempo faccia dimenticare cosa è accaduto in questi anni, chi sono stati i protagonisti di uno spettacolo inquietante e chi, al contrario, li ha combattuti senza paura.

E’ di questo che intendo discutere nell’incontro che ho organizzato domani e al quale chiedo alla parte buona di Foggia di partecipare. Perché di questi temi bisogna discutere e parlare. Su questi tempi è fondamentale confrontarsi a voce alta.
Non sono abituato a nascondermi e non intendo farlo neppure in questo caso. La “corsa” a concludere l’iter, con la Commissione di Accesso agli Atti che ha chiesto tre mesi di proroga per terminare la sua attività utilizzando però solo poche settimane, non mi convince. Un’indagine per infiltrazioni mafiose merita il massimo della serietà e non può essere condotta guardando la clessidra della finestra elettorale per evitare che Foggia vada al voto in autunno. Non lo reputo serio e non lo considero utile a Foggia e ai Foggiani.

Sebbene il marchio di mafiosità sia un macchia orrenda per la nostra Città, è giusto che ci sia se, come penso, ne sussistono i presupposti. Ciò che non ritengo giusto e che contesto è che i tempi di questo processo siano piegati alla scelta (politica) di impedire ai Foggiani di esprimersi democraticamente sul loro futuro.

Il nostro futuro appartiene a noi. E siamo noi a doverlo scrivere”.

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