Dell’Erba (Commissione regionale di studio sulla Criminalità): “Oggi dobbiamo rinnovare il nostro impegno nella lotta alla illegalità e dobbiamo farlo tutti insieme affinché la morte dei fratelli Luciani non diventi nel tempo solo la data di un evento luttuoso”.

Dell’Erba (Commissione regionale di studio sulla Criminalità): “Oggi dobbiamo rinnovare il nostro impegno nella lotta alla illegalità e dobbiamo farlo tutti insieme affinché la morte dei fratelli Luciani non diventi nel tempo solo la data di un evento luttuoso”.

Questa mattina Paolo Dell’Erba, componente della Commissione regionale di studio e inchiesta sul fenomeno della criminalità in Puglia, ha preso parte alla manifestazione per ricordare la strage di San Marco in Lamis. Questo il suo pensiero a conclusione della manifestazione.

“In questo giorno dove emerge insieme al ricordo, il dolore, la rabbia e la disperazione, ritroviamo anche la forza dello stare insieme, perché  uniti è possibile respingere ogni forma di violenza, di illegalità, di mafia. Solo chi vive quotidianamente questa realtà può comprendere le difficoltà, le paure, le tensioni che ogni giorno accompagnano la vita quotidiana di un onesto lavoratore, di un imprenditore o di un rappresentante delle istituzioni. Ma solo chi vive questa terra sa riconoscere la sua straordinaria grandezza, le sue capacità, la forza dei suoi abitanti.

Il brutale assassinio di Luigi e Aurelio Luciani di 4 anni fa lacera tutt’oggi il cuore e la mente dei suoi famigliari a cui va il mio abbraccio e la mia vicinanza. Ma, oggi non possiamo limitarci al dolore e alla commemorazione. Oggi dobbiamo rinnovare il nostro impegno nella lotta alla illegalità e dobbiamo farlo tutti insieme affinché, la morte dei fratelli Luciani, non diventi nel tempo solo la data di un evento luttuoso.

Da pochi giorni faccio parte della Commissione speciale di studio e inchiesta sul fenomeno della Criminalità organizzata in Puglia, questo mi consentirà di essere propositivo in fase istituzionale per sostenere iniziative che possano iniettare nel sistema sociale l’unico virus che vogliamo accettare: quello della cultura della legalità”.

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