Vaccaro: “Lunedì dirò e chiederò alcune cose alla ministra Lamorgese”.

Vaccaro: “Lunedì dirò e chiederò alcune cose alla ministra Lamorgese”.

Mentre si registra l’ennesimo episodio (un grosso petardo che ha danneggiato l’auto di Sario Masi), anche se di rilevanza minore rispetto alle bombe degli ultimi giorni, che però diventa l’ennesimo tuono nella notte dei foggiani, questa mattina abbiamo chiesto al Procuratore Capo Vaccaro un suo pensiero su quanto sta accadendo a Foggia. Il procuratore ha espresso desiderio di mantenere un silenzio doveroso considerando il delicato momento che vogliamo rispettare, ma alla domanda su cosa si aspetta che dica la ministra Lamorgese lunedì prossimo a Foggia, Vaccaro ha evidenziato che sarà lui a dire e chiedere alcune cose. L’appuntamento di lunedì, che sarà arricchito anche dalla nascita dell’associazione antiracket a Foggia, non dovrà essere fumo negli occhi. A riguardo ha espresso la sua opinione anche il consigliere regionale Tutolo. “Ma come vogliamo combatterla la mafia, con le parole? Serve un intervento straordinario dello Stato, ma non le visite-lampo che escono mezza giornata nei tg e poi via, no, serve che qualcuno che organizzi una controffensiva mirata, militare, direi. Questi criminali li dobbiamo andare a prendere città per città, quartiere per quartiere, casa per casa. Da molto tempo sostengo che, tra i problemi che riguardano la nostra provincia – prosegue Tutolo – quello della criminalità è sicuramente, insieme al sottosviluppo economico, il più importante. Anzi, i due problemi sono collegati”. E sono mesi che chiedo misure straordinarie e l’invio dell’esercito. Al ministro Lamorgese dico che i militari per le strade devono far percepire ai cittadini che lo Stato è presente, non li ha abbandonati. Ma non basta.
Spero il ministro non venga solo a manifestare solo vicinanza, ma che finalmente lo stato si attiva con leggi e interventi speciali.
E per questo, mi rendo conto, ci vogliono coraggio, strategia e volontà. Se manca uno solo di questi elementi siamo spacciati. E infatti i risultati della parziale inefficacia delle azioni portate avanti finora, nonostante gli arresti “eccellenti”, si vede nel quotidiano. Si vede nel dilagare della corruzione e nelle attività commerciali strangolate dal pizzo e dalle pacche sulle spalle a chi vede distrutto il lavoro di una vita.
La popolazione foggiana (che si sente abbandonata a se stessa) fa quello che può, nonostante tutto, ma se lo Stato non interviene subito in maniera pesante, dopo non sarà più possibile farlo. Dopo tutto sarà definitivamente compromesso”.

“Personalmente ho posto la questione criminalità al centro del mio impegno politico – ricorda il consigliere – cercando in tutti i modi di sollecitare la politica locale e regionale affinché ci si desse una mossa preparando strategie efficaci e concrete, non le inutili chiacchiere attorno a un tavolo, e si coinvolgessero le istituzioni nazionali.
Un solo tribunale è insufficiente. È evidente che sono state compiute delle scelte sbagliate sulla pelle dei cittadini di Capitanata.
Circa due mesi fa avevo presentato una mozione urgente al Consiglio regionale pugliese con la richiesta di rivisitazione della cosiddetta geografia giudiziaria, dichiarando a chiare lettere che sulla questione criminalità in Capitanata ormai siamo in ritardo e vicini al punto di non ritorno. È necessario – conclude Tutolo -che lo Stato intervenga quanto prima in maniera forte, decisa e strutturale prima che la situazione diventi radicata sul piano culturale, se si è ancora in tempo”.

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