Sono ancora poche le “vittime” dell’Enichem che hanno richiesto un risarcimento in base alla legge del 1992.

Sono ancora poche le “vittime” dell’Enichem che hanno richiesto un risarcimento in base alla legge del 1992.

La vicenda dell’Enichem di Manfredonia non è poi tanto diversa da quella dell’Ilva di Taranto o di altri stabilimenti interessati da lavorazioni in amianto. A distanza di tanti anni si continua a parlare dei casi di tumore, di denunce, di giudizi e di risarcimenti, anche perché molte “vittime” non hanno considerato forme di tutela o risarcimento economico come quello della legge del ’92 che prevede un aumento pensionistico come, appunto, risarcimento danni per essere stati esposti per oltre 10 anni all’amianto. Ci fa il quadro della situazione l’avvocato Bernardino Cardinale che da diversi anni si occupa del settore pensioni e invalidità. “Tutti questi lavoratori hanno diritto ad avere un risarcimento del danno sotto forma di aumento pensionistico, tanto in termini di aumento in anni del periodo del pensionamento, quanto in termini di aumento del rateo mensile di pensione attuale. Agire in giudizio è un diritto per tutti quelli che sono stati esposti per almeno 10 anni a questa terribile sostanza che inalata può produrre tumori e carcinomi. Sono malattie che si sviluppano per inalazione di particelle di amianto o per contatto della pelle con materiali di amianto”. Quello dell’avvocato Cardinale è un vero e proprio appello rivolto a tutti coloro che vogliano far valere questo diritto a valutare l’opportunità di attivare un percorso di risarcimento che la legge pone a favore di questi soggetti che hanno contratto malattia o che sono stati comunque esposti per oltre 10 anni all’amianto.

“Questa legge è il frutto di studi scientifici – spiega l’avvocato Cardinale – che hanno dimostrato che il contatto con fibre di amianto produce un processo di graduale peggioramento clinico del proprio corpo. Le malattie che derivano dall’ esposizione all’amianto determinano una lungolatenza che può durare anche 30 anni; durante questo periodo il lavoratore a contatto ignora che si sta ammalando e continua a svolgere la propria vita normalmente. A ciò si aggiunga che per diversi decenni in Italia non si conoscevano le conseguenze morbigene delle fibre di amianto”.

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