Alastra e Dalmasso, due storie che si intrecciano.

Alastra e Dalmasso, due storie che si intrecciano.

E’ proprio vero: nella vita ci sono episodi che possono cambiartela in meglio o in peggio. E i due rovesci della medaglia li ha il Foggia nella propria famiglia. Da un lato Fabrizio Alastra, dall’altro Domingo Dalmasso. Il primo rientrato ieri dopo un lungo infortunio, il secondo tornato in campo, dopo aver sostituito nelle precedenti gare sia Alastra che Volpe, richiamato nella ripresa a Pagani per il nuovo infortunio del portiere. Quando Fabrizio, 24enne originario di Erice, ha piegato il ginocchio in modo sbagliato facendosi passare il pallone sotto il corpo, donando alla Paganese un regalo inatteso, in molti hanno pensato che non è proprio l’anno del ragazzo e del Foggia. Ed, invece, a fare da contraltare c’è il rovescio della medaglia. Il ragazzino argentino con un recente passato a San Severo è entrato limitandosi a gestire la partita, guardando i suoi compagni di squadra inondare di gol la squadra avversaria. E dire che per tutta la prima parte del campionato c’era stato un avvicendarsi in porta tra Alastra e Volpe con prove anche molto positive, tanto da riscuotere consensi dai tifosi e dallo stesso mister. Poi il doppio infortunio e la promozione d’impeto a guardiano della porta del 21enne Dalmasso che non ha fatto rimpiangere i suoi più esperti colleghi, dimostrando di saper interpretare con freddezza ed intelligenza gli schemi di Zeman. E’ il caso di dire che il Foggia può costruire il suo futuro già a partire dal portiere. Anzi, dai portieri.

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