Quale futuro per Foggia? Ne abbiamo parlato con il musicista Lorenzo Ciuffreda.

Quale futuro per Foggia? Ne abbiamo parlato con il musicista Lorenzo Ciuffreda.

Incontriamo Lorenzo Ciuffreda, musicista ed organizzatore del concorso Umberto Giordano. Occasione per parlare di cultura musicale e di prospettive per la città di Foggia. Si sente dire spesso che la cultura, quindi anche la musica, possono rappresentare un elemento dissuasore dalla situazione di crisi sociale della città. Cosa ne pensi?

“Ritengo che alla cultura e alla musica in particolare, sin dai tempi antichi, sia stato attribuito un potere sociale. Pensiamo solo che sotto l’Impero Romano, per testimonianza di Seneca e di Quintiliano, insieme alle “sette arti liberali” la musica costituiva il programma formativo della futura classe dirigente. A questo proposito faccio mie le parole del grande Claudio Abbado: “La musica è necessaria al vivere civile dell’uomo, perché si basa sull’ascolto, che è un elemento imprescindibile, anche se quasi sempre trascurato. La musica è sicuramente un elemento dissuasore da ogni tipo di crisi che coinvolge il genere umano, non solo in riferimento alla crisi sociale che è oggi quella planetaria ma anche a crisi sociali ed economiche del nostro territorio. In buona sostanza, penso che la musica non possa essere “panacea” di tutti i mali possibili, ma sicuramente è la “cura” per alcune situazioni che coinvolgono la sfera emotiva dell’uomo, poiché essa dà piacere, suscita forti passioni, stimola i ricordi, facilita e rafforza i legami sociali e dà luogo ad una forma di comunicazione che va oltre le parole e che supera le barriere. La musica crea ponti, abbatte i muri. Per questo motivo da sempre insistiamo io e Gianni Cuciniello, sull’importanza dell’educazione musicale, che in ultima analisi diventa educazione dell’Uomo. Prima è però fondamentale che la musica sia accessibile a tutti, democraticamente”. Il nostro è un concorso che punta sui talenti e li valorizza. Avremmo potuto realizzare una manifestazione musicale fine a se stessa, come ce ne sono tante a carattere estemporaneo. Invece abbiamo scelto di dar vita a un qualcosa di strutturato, in rete con le più grandi istituzioni formative, per creare opportunità concrete a partire dal nostro territorio. Il nostro impegno, lo si è visto negli anni, ci ha permesso di far emergere giovani che magari avrebbero faticato un pò a trovare spazio in un contesto complicato come il nostro, ma tanto ricco di arte, professionalità e talenti”.

Tanti artisti sono stati a Foggia per partecipare al concorso sia in giuria che anche tanti giovani talenti in concorso portando a casa una esperienza positiva e offrendo una immagine di Foggia diversa da quella raccontata sulle cronache dei giornali nazionali. Allora la musica può essere davvero un mezzo di comunicazione efficace per restituire una immagine positiva alla città?

“La musica, il teatro, lo sport restituiscono sempre un’immagine positiva della città che ogni giorno si sveglia con la consapevolezza che sarà sì un giorno difficile, complesso, ma che non demorde, non abbassa la testa. La nostra città ha delle potenzialità enormi e lo ha dimostrato sempre. Non dimentichiamo che nel periodo compreso fra gli anni ‘70/’80/’90 la città è stata fucina per tantissimi artisti che si sono cimentati nelle diverse tipologie artistiche: musicali, teatrali, cinematografiche a livello locale, nazionale ed internazionale. Ciò a dimostrazione che la musica è un mezzo di comunicazione efficacissimo: parla tutti i linguaggi possibili. Spetta, tuttavia, alla capacità dell’uomo di saper superare i propri egoismi e vedere nella cultura musicale una sorta di “riscatto sociale”. Mi piace pensare che, proprio per quanto ho detto prima, ci sia una corrispondenza diretta tra lo sviluppo della cultura musicale e il germogliare di nuove prospettive per tutta la comunità. Credo che il Concorso Giordano sia riuscito in questi 14 anni a dare un’immagine armoniosa del “fare” cultura a Foggia, nel segno della prospettiva. Chi partecipa al nostro concorso ormai è consapevole di gareggiare in un contesto musicale molto elevato, dove non soltanto i giurati e i membri delle commissioni sono artisti noti e affermati del panorama musicale nazionale e internazionale, ma anche i concorrenti sono giovani preparatissimi, che arrivano da scuole musicali, conservatori e da altre esperienze formative importanti. Non a caso, professionisti come Piero Pelù, Elio e Red Canzian, solo per citare gli ultimi presidenti di giuria del Talent Voice, hanno sottolineato il livello molto elevato delle esibizioni durante le audizioni dal vivo e la serietà del nostro contest. Cultura, come la intendiamo noi musicisti, non è solo conoscenza e ampliamento dei propri orizzonti, ma è anche disciplina, rispetto, consapevolezza di dover studiare tanto, di lavorare sodo per raggiungere un obiettivo, di provare e riprovare per rendere al massimo sul palco, tenendo presente che ci si gioca tutto in pochi minuti”.

Cosa manca a Foggia per poter essere una città capace di ospitare eventi importanti?

“Manca forse la pertinacia tipica dei bambini. Sì, quella condizione di ostinazione, convinzione e determinazione che occorre avere di fronte a progetti nuovi o anche di fronte ad eventi noti e consolidati e di valore sociale. Non mancano di certo i luoghi per ospitare eventi: la città ha teatri ricettivi e ben organizzati. E non sono mancate neppure negli anni gli amministratori preposti alla cultura, le persone e i partners che hanno creduto nel nostro progetto e che ci hanno sostenuti sia a livello locale che a livello regionale. E che ringraziamo. Tutto ciò che abbiamo realizzato negli anni e i traguardi raggiunti rimarcano un semplice quanto antico concetto: la voglia e la possibilità di trasformare l’arte in mestiere.”.

Se fossi il sindaco di Foggia cosa faresti per rendere Foggia più vivibile?

“Conosciamo i parametri che rendono una città vivibile o quanto meno con una qualità della vita adeguata ai bisogni dei cittadini. Fra questi indicatori vi sono alcuni sui quali occorre investire maggiormente: lavoro, ambiente, sicurezza e soprattutto cultura e tempo libero. Certo, una città sostenibile è tale quando gli investimenti sono sinergici fra i soggetti politici e quelli imprenditoriali in grado di gestire l’insieme dei servizi, delle infrastrutture e delle tecnologie che fanno di una città qualsiasi una sorta di laboratorio del cambiamento. E un laboratorio, si sa, è un luogo di continua sperimentazione, dove alcune idee, a volte, non danno i risultati sperati, e altre invece disegnano orizzonti e prospettive inaspettate. Ma occorre, a tal proposito, investire nei giovani per non farli scappare della città e dal territorio. Parlo dell’importanza della connessione tra istituzioni e chi promuove la cultura nel territorio perché la città merita maggiore cultura, che è l’antidoto più efficace per tutti i casi di devianza, di pregiudizio, di indifferenza e di bullismo. Sono un musicista e non un politico, è bene tenere distinte le competenze. Tuttavia, proprio perché credo che ci sia quel rapporto diretto tra lo sviluppo della cultura musicale di un territorio ed il fiorire dell’industria culturale in senso ampio, con conseguente nascita di nuove professioni e di nuovi ambiti occupazionali, ritengo che puntare al massimo sulla cultura in generale sia la via giusta. Foggia è una città che ha un suo Conservatorio, stagioni teatrali e concertistiche di alto profilo, teatri grandi e piccoli in cui si respirano arte classica e contemporanea, con realtà apprezzate anche fuori dai confini nazionali, non ci manca nulla. Eppure ritengo che questa città debba esprime ancora tutto il suo potenziale artistico, e qui ci vogliono volontà e visione politica, perché i benefici sulla comunità sarebbero enormi. Occorre fare sistema e puntare sulle eccellenze esistenti, dando la possibilità di esprimersi a quelle emergenti. E non è facile. Per noi del Concorso Giordano è indispensabile il sostegno che riceviamo delle istituzioni pubbliche. Quest’anno sono al nostro fianco la Provincia di Foggia, il Teatro Pubblico Pugliese, il teatro del Fuoco e la Regione Puglia, ma negli ultimi anni siamo stati supportati da un assessore e un dirigente del settore Cultura del Comune di Foggia illuminati, nonché da privati e da sponsor che hanno creduto in noi”.

Perché è diventato così importante il Concorso Musicale Umberto Giordano?

” Perché è un Concorso che non solo lascia una traccia significativa anno dopo anno, ma anche qualcosa di concreto, sia alla città in termini di ricaduta diretta e indiretta, con centinaia e centinaia di concorrenti che nel periodo del concorso soggiornano, sia in termini di coinvolgimento degli operatori del settore musicale. Produciamo già da quattro anni un cd ufficiale del Concorso con i brani interpretati dai vincitori del Talent Voice, organizziamo concerti live per far esibire i migliori talenti delle varie sezioni, regaliamo, grazie ai privati che ci sostengono varie borse di studio in denaro, diamo la possibilità di esibirsi davanti a grandi nomi della musica e della canzone, diamo visibilità, creiamo tante opportunità e favoriamo collaborazioni che, per un giovane emergente, sarebbero davvero difficili da perseguire da soli. Non da ultimo, aiutiamo a coltivare e, a volte, a realizzare i sogni. La cosa che forse in questo momento è più utile ai ragazzi, mi riferisco a questo periodo di pandemia, in cui tanti stanno rinunciando ai propri sogni. Mentre sappiamo che è il sogno che accende la passione e ci porta anche oltre i nostri limiti. Non è facile fare dello spettacolo un’impresa vincente in quest’area della Puglia, creare delle opportunità per i giovani nel luogo in cui vivono, ma noi ci abbiamo creduto sin dall’inizio e con tanta passione, determinazione e intenso lavoro, supportati da piccoli e grandi partners e attività economiche lungimiranti, che apprezzano quanto facciamo per il nostro territorio. Sulla scia dell’incoraggiamento ai giovani talenti il Concorso offre la possibilità di fare la differenza perché c’è tutto il nostro entusiasmo che trasferiamo nei giovani partecipanti che danno il cuore. Il Concorso è riconosciuto perché premia i talenti (in una nazione che non sempre premia i talenti), perché sono coloro che dovranno condurre il nostro Paese verso traguardi ambiziosi e, soprattutto, elevare la qualità della vita che in questo momento non è delle migliori. Tutti i presidenti di giuria che negli anni sono stati ospiti del nostro concorso, hanno parlato di noi dicendo che questo è un concorso serio, fatto molto bene e con grande impegno da parte degli organizzatori e anche con dispendio di mezzi; è tutto molto curato e tecnicamente perfetto. E il livello di preparazione dei concorrenti, in certi casi, si è dimostrato maggiore di quello di cantanti che partecipano a manifestazioni più importanti. Questo contest ha dato la possibilità ai partecipanti di riprendere contatto con la realtà del nostro mestiere e di ridare fiato e vita alle emozioni. Al di là dello studio, che serve, auguriamo di non rinunciare mai alla possibilità di salire sul palco, perché esibirsi dal vivo sdogana nel proprio rapporto col pubblico e fa capire subito che cosa piace o meno alla gente. Lavoratori dello spettacolo, ma non solo. Che dire di albergatori, ristoratori e tutto ciò che riguarda l’economia. A metà 2022 la pandemia da coronavirus sarà, questa è la speranza di tutti, solo un ricordo e il turismo potrà avere un notevole impulso anche grazie ai turisti, ai tecnici, agli accompagnatori e agli artisti che arriveranno a Foggia per il nostro Concorso. E magari coglieranno l’occasione per prendersi qualche giorno in più e visitare la nostra terra”.

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