Il Millennio della città di Troia in un libro di Sciarrillo

Il Millennio della città di Troia in un libro di Sciarrillo

Troia, un’antica città di Capitanata, lo scorso 19 luglio ha festeggiato i suoi cinque Santi Protettori, i papi Ponziano I e Urbano I, i Vescovi di Aecae (la città romana su cui poi è sorta Troia) a nome Eleuterio e Secondino, il diacono Anastasio. Durante questi festeggiamenti uno studioso di Storia Patria, Francesco Sciarrillo, innamorato della propria città e della sua storia, offre un libro dedicato alla sua nascita avvenuta nell’anno 1019 ad opera del Catapano Bizantino Basilio Bojoannes, di cui solo due anni fa si è festeggiato il millennio.

Oggi incontriamo l’autore di questo libro (che sarà presentato venerdì 23 alle ore 19.30 in piazza Cattedrale a Troia), al quale poniamo alcune domande.

Francesco Sciarrillo a dove nasce la sua passione per la storia della città di Troia?

“Da giovanissimo rimasi affascinato della storia della mia città leggendo i libri dei compianti Prof. Vincenzo Bambacigno e di Mons. Mario De Santis. Durante la lettura di questi testi scoprii che il nostro piccolo centro di Capitanata celava tra le sue mura un glorioso passato, ricco di vicende uniche che hanno cambiato la storia del Mezzogiorno d’Italia”.

Perché il titolo MILLE E ANCORA MILLE – TROIA DI CAPITANATA, IL SUO MILLENNIO?

“Il titolo “Mille e ancora Mille – Troia di Capitanata” è inteso come un augurio di lunga prosperità alla città di Troia che ha da poco compiuto i suoi mille anni. Da tener presente che Troia nasce agli albori dell’anno mille, periodo i cui millenaristi avevano predetto che allo scoccare del millennio ci sarebbe stata la fine del mondo. E’ un’antitesi al motto dei millenaristi “Mille e non più mille”, dove uno dei più importanti sostenitori è stato Giosuè Carducci nel suo discorso sullo svolgimento della letteratura nazionale pubblicato nel 1874″.

 

Può spiegarci come nasce la città di Troia?

 

“La ripresa economica in Capitanata e del Mezzogiorno d’Italia paradossalmente è stata innescata da alcuni eventi bellici che interessarono la Puglia appena dopo l’anno mille. Ci furono delle ribellioni della gente autoctona al potere opprimente di Bisanzio in terra di Puglia. A quell’epoca era Imperatore del Sacro Romano Impero d’Oriente Basilio II. Costui era impegnato in una logorante guerra contro i Bulgari ed aveva la continua necessità di denaro e per questo motivo soffocava di balzelli la gente di Puglia, Basilicata e Calabria, le terre d’Italia all’epoca nell’orbita di Costantinopoli.

 

Un nobile longobardo barese a nome Melo, insieme suo cognato Datto, iniziarono una prima insurrezione contro i bizantini iniziata nel 1009 ma terminata nel 1011, in quanto soffocata dal Catapano Basilio Mesardonite. Melo e Datto riuscirono a fuggire e a rifugiarsi nei principati Longobardi di Capua e Benevento.

 

Successivamente, nel 1016, ci fu un evento unico che a mio parere ha cambiato le sorti dell’Italia Meridionale: Melo giunto presso la grotta dell’Arcangelo Michele a Monte Sant’Angelo incontrò un nucleo di Normanni provenienti dalla Terrasanta, giunti in quel sacro luogo come pellegrini per sciogliere i voti. Fu in quell’occasione che il longobardo Melo chiese il loro ausilio per allontanare dalla terra di Puglia i Bizantini, da lui definiti effeminati. I Normanni spiegarono al condottiero barese che erano arrivati in quel luogo come pellegrini ed erano privi delle loro armi. Comunque promisero che non appena giunti in Normandia sarebbero scesi nuovamente per dare man forte alla sua causa. Melo era appoggiato politicamente da Papa Benedetto VIII e dall’Imperatore del Sacro Romano Impero d’Occidente Enrico II di Sassonia.

 

Nel 1017 giunse quindi a Capua un nutrito drappello di Normanni capitanati da Gilbert Buatére della famiglia Drengot.

 

Nella primavera del 1017, il condottiero Melo, a capo del corpo di spedizione composto dai Longobardi nonché dai fortissimi Normanni, percorrendo la via che da Benevento va verso la Puglia, giunse lungo la valle del Fortore dove ebbero inizio una serie di violenti scontri campali con l’esercito bizantino del Catapano Tornicio Contoleone. Il primo scontro avvenne nel mese di maggio del 1017 in una località chiamata Arenula sul fiume Fortore, il secondo il 22 giugno dello stesso anno a Civitate in Capitanata, ad alcuni chilometri a nord-ovest dell’odierna città di San Paolo Civitate. Il terzo scontro avvenne nel periodo tra luglio e agosto del 1017 nei pressi della città di Vaccarizza, non lontano dal sito dove, due anni dopo, il Catapano Basilio Bojoannes fonderà la civitas Troiana. Queste battaglie furono vinte da Melo e i suoi alleati Normanni.

 

Quanto accaduto preoccupò seriamente l’Imperatore Basilio II, pertanto richiamò in patria il Catapano Tornicio Contoleone e, nel mese di dicembre dello stesso anno, inviò al suo posto il nuovo Catapano Basilio Bojoannes. Il 1° ottobre 1018, a Canne, vi fu la quarta e decisiva battaglia. La lotta fu cruenta, l’esercito bizantino sbaragliò i ribelli longobardi e le schiere normanne, massacrandoli.

 

Fu questa decisiva vittoria a far decidere al Catapano Basilio Bojoannes la costruzione della Nova Troiana Civitas. Dopo aver domato l’insurrezione longobarda, Basilio Bojoannes, avanzando fino al confine del territorio di Benevento, con lo scopo di difendere gli accessi dell’Appennino Dauno, fece costruire diversi incastellamenti e restaurare antiche città, rafforzandole con possenti mura, creando quindi un sistema di fortificazioni a difesa della frontiera settentrionale del Thema di Longobardia dai principati longobardi beneventani e capuani.

 

Il Catapano organizzò una duplice linea di fortificazioni, aggiungendo ad alcuni insediamenti preesistenti come Ascoli, Bovino, Lucera e Volturara, le nuove città di Troia, Civitate, Dragonara, Montecorvino, Fiorentino, Tertiveri, Biccari, Castelluccio Valmaggiore (Castra Vallis Maioris), Melfi ed altre.

 

Tra tutte queste città fu Troia ad essere prescelta da Basilio Bojoannes quale baluardo bizantino posta al centro di questo nuovo straordinario apparato difensivo.

 

La Nova Civitas Troia nasce quindi nel 1019 ad opera del Catapano Bizantino Basilio Bojoannes,

Le vicende che seguirono, videro giungere su questo colle intere famiglie della Contea longobarda di Ariano che, allettati da un importante Privilegium del mese di giugno 1019 (da me pubblicato in greco, latino e nella traduzione in italiano) con i loro carri e il cuore pieno di speranza, raggiunsero la terra promessa dal Catapano. Essi costruirono le loro case e la loro nuova città e ricevettero dal Catapano nuove terre, esenzioni di imposte, nel contempo dovettero costruire in fretta le mura cittadine in quanto stava per giungere un’armata nemica.

Particolare attenzione è stata posta alle vicende accadute nell’anno 1022; a soli tre anni dopo la costruzione della Nova Civitas (l’anno prossimo si festeggerà questa nuova importante ricorrenza), dalla Germania giungerà in terra di Puglia in assetto da guerra, innanzi le mura di Troia, percorrendo l’antica via Traiana ed accompagnato da Papa Benedetto VIII, l’Imperatore tedesco Enrico II di Sassonia con l’intento di scacciare i bizantini dal Mezzogiorno d’Italia. I troiani, uomini, donne e bambini, esposti alle armi degli assedianti, impavidi, resistettero gloriosamente. L’assedio terminerà sia a causa del caldo pugliese del mese di giugno che fu cagione di una terribile epidemia nel campo imperiale, sia per il valore dei troiani. Troia verrà riconosciuta da tutte le fonti storiche coeve “città eroica“, per aver fermato da sola l’Imperatore ed il Papa in persona”.

Ci sono novità nella sua opera sulla città di Troia?

“L’importanza di questo lavoro è che innanzitutto riporta in greco, latino e la traduzione in latino i privilegi troiani del 1019 e del 1024, da me descritti in modo particolareggiato. Poi per le numerose cronache da me utilizzate di scrittori dell’XI secolo, come ad esempio Guglielmo d’Apulia, Amato di Montecassino, Leone Ostiense o Marsicano, le cronache bizantine di Lupo Protospata, gli Annales, le cronache italiane e d’Europa, tutte unite cronologicamente, utilmente impiegate per ricostruire il periodo precedente la nascita della città di Troia, quella della sua costruzione e degli anni immediatamente successivi fino al 1030.

Inoltre, incrociando le cronache coeve con alcune importanti pergamene, ritengo di aver individuato quali erano le prime mura della città prima della sua crescita. Inoltre giungo a delle importanti deduzioni sul perché la città si chiamasse Troia, chi fu a volerla chiamare in questo modo e se vi era una città preesistente”.

Cosa può dirci ancora su questo suo importante lavoro?

“Questa approfondita ricerca storica è stata predisposta per fare un dono alla nostra Comunità Troiana e non solo, in occasione di questi importanti eventi che stanno interessando la nostra città”.

 

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