De Caro porta in scena una delle opere più conosciute di Peppino De Filippo al Teatro del Fuoco di Foggia

De Caro porta in scena una delle opere più conosciute di Peppino De Filippo al Teatro del Fuoco di Foggia

Il 4 marzo, con sipario alle ore 21, Enzo De Caro porterà in scena al Teatro del Fuoco di Foggia la famosa ed apprezzata opera di Peppino De Filippo “Non è vero ma ci credo”, che rientra nel cartellone di appuntamenti organizzato dall’associazione culturale “Musica & Sorrisi”. Ancora una volta uno spettacolo sold-out che conferma la grande attenzione del pubblico. È una comica farsa. Una moderna versione di una classica commedia dell’arte. Enzo Decaro entra meravigliosamente nel personaggio del commendatore Gervasio Savastano che avarissimo vive le sue paure rimanendo vittima delle sue manie. Uno spettacolo sicuramente da non perdere.

Il protagonista di questa storia assomiglia tanto ad alcuni personaggi di Molière che Luigi De Filippo amava molto. L’avaro, avarissimo imprenditore Gervasio Savastano, vive nel perenne incubo di essere vittima della iattura. La sua vita è diventata un vero e proprio inferno perché vede segni funesti ovunque: nella gente che incontra, nella corrispondenza che trova sulla scrivania, nei sogni che fa di notte. Forse teme che qualcuno o qualcosa possa minacciare l’impero economico che è riuscito a mettere in piedi con tanti sacrifici. Qualunque cosa, anche la più banale, lo manda in crisi.

Chi gli sta accanto non sa più come approcciare con lui. La moglie e la figlia sono sull’orlo di una crisi di nervi; non possono uscire di casa perché lui glielo impedisce. Anche i suoi dipendenti sono stanchi di tollerare quelle assurde manie ossessive. A un certo punto le sue fisime oltrepassano la soglia del ridicolo: licenzia il suo dipendente Malvurio solo perché è convinto che porti sfortuna. L’uomo minaccia di denunciarlo, portarlo in tribunale e intentare una causa per calunnia. Sembra il preambolo di una tragedia, ma siamo in una commedia che fa morir dal ridere. E infatti sulla soglia del suo ufficio appare Sammaria, un giovane in cerca di lavoro. Sembra intelligente, gioviale e preparato, ma il commendator Savastano è attratto da un’altra qualità di quel giovane: la sua gobba. Da qui partono una serie di eventi paradossali ed esilaranti che vedranno al centro della vicenda la credulità del povero commendator Savastano.

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