Casillo per Foggia e i foggiani non morirà mai.

Casillo per Foggia e i foggiani non morirà mai.

Oggi ricorre il primo anniversario della morte di Pasquale Casillo. Ma in città la gente non ha dimenticato il suo volto e tutto quello che ha fatto per il calcio e per lo sviluppo economico del territorio. Oggi, se fosse ancora vivo, probabilmente sarebbe andato allo stadio per salutare Zeman ma soprattutto per vedere la squadra giocare secondo gli schemi del boemo. Quel secondo tempo di Foggia-Potenza gli avrebbe fatto tornare la mente indietro di qualche decennio. “Zeman è il migliore”, Casillo l’ha detto spesso nelle sue interviste. Ha detto anche che è colui il quale rende ricche le società. Basti pensare all’operazione Shalimov, preso a parametro zero, che fruttò alle casse della società 17 miliardi delle vecchie lire. Probabilmente tra qualche mese succederà la stessa cosa con l’attuale presidente rossonero. Alcuni giocatori stanno dando le prime risposte alle sollecitazioni del mister. Ma Pasquale Casillo è stato soprattutto il re del grano. Per la sua storia imprenditoriale parlano i numeri: circa tremila miliardi di fatturato, tremila dipendenti e quasi sessanta società controllate. Un impero economico coniugato alla sua passione per il calcio portò alla nascita del Foggia dei miracoli. Poi bastò un’accusa di un pentito di camorra per cancellare tutto. Tranne la sua dignità che rimase intatta e la sua libertà che riconquistò dopo tredici anni: assolto per non aver commesso il fatto. Aveva un carattere spigoloso ma era generoso e disponibile con tutti. Ha trascorso l’ultimo periodo della sua vita tra le persone semplici perché, oltre alla sua famiglia, diceva che erano le uniche a volergli bene.

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